TORRE DI SATRIANO, Santuario lucano |
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LOCALITA' | PROV. |
Contrada | data |
T.U. |
satelliti |
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SATRIANO | PZ |
Torre di Satriano | 20.04.08 |
09:42 |
7 |
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Oggetto: | Santuario lucano, forse di Mefite | ||||||||||||
Latitudine.N | Longitudine E | EPE |
datazione |
almm |
h.z |
h.z.inv. |
azimut |
azim.inv. |
Acqua: | Fiume | |||
40° 32,308 | 15° 38,662 | 4 |
III
sec. a.C |
772 |
2° |
115° |
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40° 32' 18" | 15° 38' 40" | 7° |
(GE) |
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40.538392° | 15.644217° | (GE) |
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Cultura: |
Lucani, da culto anteriore | ||||||||||||
Tipologia: |
Cella del Santurio | ||||||||||||
Note: |
Il sito, scavato
negli anni scorsi dalla Scuola di specializzazione di Matera, è
attualmente ricoperto e non accessibile in quanto coltivato a grano dai
componenti della famiglia Sangiacomo, proprietari del terreno. Non è
stato quindi possibile controllare l'esattezza dell'azimut (e quindi dell'ingombro
dell'orizzonte) e abbiamo dovuto attenerci a quello rilevato dalla spedizione
archeologica. |
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Note: |
AZIMUT rilevato esclusivamente dal web: http://www.unibas.it/ssa/satriano.htm | ||||||||||||
Informazioni generali dal web: | |||||||||||||
http://www.unibas.it/ssa/satriano.htm | |||||||||||||
http://www.comune.satriano.pz.it/ | |||||||||||||
Rilievo
preliminare |
Franco Ruggieri | UAN-FISA-SIA | |||||||||||
e
calcoli : |
Massimo Caroelli | UAN-FISA | |||||||||||
Trasferta del 20 aprile 2008, presenti: | |||||||||||||
Franco Ruggieri | UAN-FISA-SIA | ||||||||||||
Massimo Caroelli | UAN-FISA | ||||||||||||
Antonella Carpi | UAN | ||||||||||||
Luca Barone | UAN | ||||||||||||
Rosario Scerbo | UAN | ||||||||||||
Anna Lombardi | * | ||||||||||||
Fabio Vasta | FISA | ||||||||||||
Il sito dell’Antica
Satriano, segnalato dai ruderi della Torre, ha attratto l’attenzione
di studiosi che si sono occupati di problemi storici della Lucania. Ciò
si deve fondamentalmente alla posizione geografica del sito che, con la
collina (mt. 950 s.l.m.) domina una sorte importantissima di arterie naturali
di comunicazioni. Da un lato vi si controlla il valico verso Brienza,
vale a dire la via che porta al Vallo di Diano, dall’altro, attraverso
la Valle Del Melandro, Satriano è in rapporto con la Valle del
Platano e quindi con la Campania, mentre dall’altro versante, dopo
Tito, si raggiunge la Valle Del Basento e quindi la Costa Ionica. Tale
posizione ha determinato una continuità di frequentazione a partire
dall’Età del Bronzo, da parte di popolazioni che vi si sono
avvicendate, fino alla distruzione del XV secolo d.C. Dette popolazioni
sono individuabili, per la fase dal VII fino al V secolo a.C. nei Pueketiantes,
genti affini culturalmente a quelle della Puglia Centrale, durante la
fase del IV- III secolo a.C. troviamo i Lucani, gente di stirpe osco-sannita.
L’occupazione del sito si presenta sporadica dopo la conquista romana
della Lucania interna. |
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http://www.comune.satriano.pz.it | |||||||||||||
Lungo il pendio
sud-occidentale della collina della Torre, in un’area ancora ricca
di acque sorgive, è stato esplorato nel 1987/1988, l’impianto
di un santuario, la cui vita si colloca tra il IV e la fine del III sec.a.C.,
riferibile quindi alla presenza dei Lucani. Gli scavi hanno messo in luce
i resti di diverse strutture: un muro di recinzione che definiva lo spazio
sacro, all’interno del quale si trovava il tempietto della divinità
a pianta quadrangolare, una sala da banchetto, un recinto per cerimonie
di culto, un portico. Il santuario venne certamente abbandonato alla fine
del III sec. a.C., dopo la fine della seconda guerra punica. I ruderi sono facilmente visibili, raggiungibili in macchina dalla SS 95, e per ultimo tratto a piedi, visitabili sempre. I resti dell'Antica Satriano si possono ammirare presso il museo archeologico "Satriano le origini" in Via De Gregorio, sede Municipale. |
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http://www.unibas.it/ssa/satriano.htm#foto2
(fotomontaggio) |
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L'area del
santuario |
L'altura
dell' insediamento con visibile la torre medievale |
L’area che si apriva ad oriente degli edifici, in connessione con l’ingresso dell’oikos, si è invece rivelata essere priva di strutture, ma sistemata in maniera coerente grazie alla presenza di due canali ricavati nel compatto banco naturale (formazione geologica di Montefacito) utilizzato, almeno in parte, come piano di calpestio. I due canali, destinati a captare e convogliare l’acqua della vicina sorgente, hanno avuto scopi essenzialmente rituali: è ipotizzabile che in questa zona del santuario dovevano svolgersi forme sacrificali particolari connesse con l’uso dell’acqua come anche l’immersione nell’elemento liquido di quanto destinato al sacrificio. Il canale occidentale, artificiale, era forse destinato ad essere periodicamente riempito nel corso di cerimonie che richiedevano la presenza dell’acqua nel piazzale antistante il luogo di culto. Il canale orientale, di dimensioni ben più cospicue, si presenta invece come un piccolo torrente che, attraversando e delimitando al contempo l'area sacra, portava l'acqua della sorgente a disperdersi nei campi ubicati più a meridione dove piccole conche poco profonde accoglievano le acque stagnanti. fonte: unibas |
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Il
gruppo, da sinistra: Ruggieri, Scerbo, Caroelli, Barone, Carpi, Lombardi,
Vasta. [Foto UAN] *(ingrandisci) |
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Una relazione dettagliata sugli
scavi è stata pubblicata in: |
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