Ipotesi
archeoastronomiche sui templi di Castel di Ieri (AQ) |
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L'orientamento a 219 gradi di azimut e ad un'altezza
sull'orizzonte di 7 gradi, trovandosi pressappoco a sud-ovest, esclude
a priori ogni ipotesi di osservazione di una levata
eliaca e pone la visuale dei due templi in una posizione del cielo
nella quale né oggi né negli ultimi duemilacinquecento anni
si è mai verificato il tramonto o la levata del Sole o della Luna
o di qualsiasi pianeta. Resta dunque da esaminare l'ipotesi del tramonto
eliaco di qualche astro. |
Il punto dell'orizzonte
verso cui si guarda osservando dal fondo della cella, cioè dalla
posizione della statua di culto. |
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Le più indicate, sia per la luminosità elevata che per la ridotta differenza di azimut (D) rispetto al punto dell'orizzonte verso cui guardano i templi, sono Shaula e Kaus Australis. Tuttavia ambedue si trovano sullo sfondo della Via Lattea e quindi la loro luce viene in parte attenuata dalla luminosità di fondo. Inoltre sarebbe stato sufficiente (le condizioni del terreno lo avrebbero permesso) incrementare di una ventina di gradi l'orientamento dei templi per poter osservare nello stesso periodo dell'anno il tramonto eliaco della vicina Antares (a Sco) che è dotata di una magnitudine ben più vistosa (1,06) e, trovandosi ai margini della Via Lattea, assai meno influenzata dalla luminosità del fondo cielo. Analogo ragionamento può essere fatto per Furud rispetto a Sirio (a CMa, -1.08 m). |
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Se ne conclude che è
assai improbabile che la costruzione dei due templi sia stata progettata
in funzione di un orientamento astronomico con finalità calendariali. |
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