Castel di Ieri (AQ) | |
Qualche considerazione personale | |
Stranamente la costruzione del Tempio A, successiva
di alcune generazioni rispetto al Tempio B, non ha
seguito la prassi tradizionale che vuole il nuovo edificio eretto sul
podio del precedente. |
Ricostruzione
della statua di culto con mantello cinto di serpi. TCI,143 |
Il letto
del ruscello |
Il tempio
fra le due strutture naturali |
Un'ipotetica
cratofania rocciosa (vedi sotto) |
Tutto lascerebbe quindi pensare che i popoli più antichi della
valle, dai Neolitici ai Peligni, avessero cercato la protezione di una
divinità femminile della terra e dell'acqua. In effetti una divinità
del genere dei Peligni e dei Marsi esiste: Angizia
(forse originariamente Anghita, da anguis,
serpente) in peligno Anaceta (AI-GD,
168), una figura che, come suggerisce il nome, era strettamente
correlata al culto del serpente, simbolo della terra e della rinascita. |
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La festa dei serpari (fonte) | Ora, se il culto di Angizia a Cocullo è stato sostituito da quello per San Domenico, ma mantenendo intatta la tradizione dei serpenti, perché quello di Anaceta (o Angizia) presente forse nel Tempio B di Castel di Ieri non potrebbe essere stato sostituito da quello di Giove Egioco che pure fa bella mostra di un mantello ornato di serpenti? Considerando, infine, che i Romani identificavano, o almeno associavano, Angizia alla loro Bona Dea allora si spiega anche la “leggenda” che vuole la vicina chiesa rupestre della Madonna di Pietrabona, sorta dove un tempo esisteva il santuario pagano di Bona Dea. Franco Ruggieri |
Il più singolare
dei due gruppi di rocce |
Cartello sulla strada per la vicina chiesa
rupestre dedicata alla Madonna di Pietrabona |
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Grotta sul
versante che sovrasta il tempio (TCI,
138) |