Quadri, CH (TREBULA)
Tempio di Iuppiter Trebulanus    
Ultimo aggionamento:
Martedì, 30-Mag-2023 18:44
             

LOCALITA'
Prov.
Contrada  
data
T.U.
satelliti
Quadri (TREBULA)
CH
Madonna dello Spineto
21-07-07
15:47
9+1
         
   
Oggetto:
Tempio italico di Iuppiter Trebulanus sottostante una chiesa cristiana
         
Acqua:
n.r., probabile sorgente
               

Latitudine N

Longitudine E
EPE
datazione 
almm
h.z

 
41° 54,831 14° 16,983
3
III / II sec. a.C.
692
5
 
41° 54' 49,86" 14° 16' 59,98"    
 GE
 rovescio
 azimut astronomico
41.913850° 14.283328°
GE
   
4
140°
 
           
Cultura/e Carricini (tribù Arnienses)
Si ringrazia il Dr. Andrea Staffa, della Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo, per la cortese collaborazione.
        
       
Rilievi inizialmente elaborati da:

Franco Ruggieri

SAIt-SIA-UAN-FISA
     
Rilievi definitivi di:

Franco Ruggieri

SAIt-SIA-UAN-FISA        
  Rita Napolitano UAN        
  Massimo Caroelli  UAN-FISA        
  Patrizia Ventola UAN        
  Alfio Gallo UAN        
  Carmen Perrella UAN        
  Dario Castellano UAN        
             

Note: Dati forniti dal Dr. Andrea Staffa, della Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e rilevati da:
C. PIRAINO, Un esempio di sovrapposizione cultuale in Abruzzo: il monastero di S. Maria dello Spineto presso il santuario italico-romano di Quadri (CH), in "Archeologia Medievale", XIX, 1992, pp. 523-548.

             
L'inizio dell'occupazione del sito su cui sorge la chiesa della Madonna dello Spineto precede di molto l'epoca medievale: é attestata infatti una occupazione sin dall'epoca sannitica, a cui è riferibile un podio templare che, sulla base dei confronti con il tempio maggiore di Schiavi d'Abruzzo, sembra risalire al III-II sec. a.C.
La continuità in epoca romana é evidenziata dall'esistenza di due epigrafi, rinvenute nei primi nel secolo scorso: la prima, incisa su una stele funeraria, dedicata a Ofinia Arista testimonia la presenza di una necropoli databile fra la metà del I sec. a.C. ed il I sec. d.C.; la seconda epigrafe, di età adrianea, conservando memoria di Iuppiter Trebulanus a cui probabilmente il tempio era dedicato, restituisce il toponimo Trebula, probabilmente un vicus, che doveva essere riferito alle adiacenze del tempio o alle zone limitrofe.
II vicus di Trebula pertinente ai Samnites Carricini, ascritti alla tribù Arniensis, probabilmente divenne municipio dopo la guerra sociale assieme a Cluviae e Juvanum. La città romana sarebbe stata dotata di un teatro secondo la testimonianza di uno studioso che dichiarava di averne visto i gradini, ma la notizia non trova riscontri plausibili.
A queste notizie bibliografiche lo scavo, pur esteso sinora solo all'area sacra e ad una limitata area adiacente ad essa, ha fornito parziali ma consistenti conferme, aggiungendo per di più elementi nuovi del tutto inaspettati.
Per quanto riguarda la fase sannitica sono stati riportati alla luce buona parte del perimetro del recinto sacro in opera poligonale, tre lati del podio del tempio e un'ampia porzione di un lastricato antistante l'ingresso dei tempio stesso.
La stratigrafia antica, all'interno dell'area sacra, ha subito notevoli manomissioni a seguito dei lavori connessi alle fasi dell'insediamento medievale ma sembra comunque intuirsi una frequentazione dalla fine del III sec. a.C. a tutto il periodo imperiale.
Di notevole rilievo é la sistemazione urbana che, con l'occupazione romana, sembra data ad una zona di ampiezza imprecisabile, circostante l'area sacra. Della città in sé non sono state sinora trovate tracce perché le indagini di scavo hanno privilegiato le aree adiacenti al tempio, ma si é riportato alla luce un anfiteatro, posto proprio a ridosso dell'area sacra.
Del presunto teatro non sono state sinora rinvenute tracce, non essendo indicata con precisione, dall'unica fonte disponibile, l'area di presumibile occupazione.
 
"Archeologia Medievale", XIX, 1992.    L'azimut rilevato direttamente fornisce 140 °
http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:IM001490.JPG
         
particolare del podio templare
 
Allo stato attuale, gli scavi e le ricerche dell'imponente struttura sono stati ripresi ed affidati alla dott. Sandra Lapenna che, contattata telefonicamente, ci ha promesso l'invio di immagini fotografiche più recenti selezionate da lei stessa. A quattro anni di distanza tali foto non sono mai pervenute.
   

I ruderi della chiesa cristiana, visti dall'esterno [foto F.Ruggieri]
       Direzione dell'azimut: punto osservato dal fondo del naos           [foto F.Ruggieri]
   
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